Sono V., una lettrice delle storie di Daniel Pennac.
Ho iniziato con Il paradiso degli orchi leggendolo due volte – la prima, a sedici anni, non ci avevo capito granché -, e poi mi sono ravveduta e non più fermata. Via via ho stretto la mano a tutta la Famiglia Malaussène, mi sono arrogata il diritto di leggere (e anche no), e sono stata perfino alunna del Prof. Pennacchioni in Diario di scuola.
Ma come nelle più belle storie a lieto fine, è proprio à la fin che ho trovato il mio Pennac: con Storia di un corpo ho suggellato  amore e riconoscenza per un libro che non uscirà mai dal mio Empireo letterario!

Inoltre amo la Francia multietnica e quella romantica, leggo i noir di Fred Vargas e coltivo una relazione clandestina con la musica di Claude François (a ciascuno i propri scheletri nell’armadio). Forse è anche per tutto ciò che le bizzarre atmosfere parigine di Pennac mi calzano a pennello. E poi, ultima ma non ultima, voglio lasciare un’ode alla cucina francese… perché tra tarte flambée, raclette e crêpes sucre et citron c’è sempre un buon motivo per volare oltralpe (anche se la lasagna è la lasagna, eh!).