A cosa serve un capro espiatorio, in un Grande Magazzino di Parigi, durante un attentato nel reparto giocattoli? Si addossa la colpa delle bombe, è chiaro!

Fratello maggiore della vivacissima banda di monelli composta da Louna, Clara, Thérèse, Jérémy e il Piccolo, Benjamin Malaussène lavora nel Grande Magazzino “Il Tempio del benessere”.
Reclami in vista? Chiamate Benjamin! Insignito della carica di capro espiatorio dal direttore, Malaussène è sempre pronto a prostrarsi davanti al cliente insoddisfatto – a licenziarsi, se necessario! – pur di pagare per le sue manchevolezze… e via così, fino al punto in cui, imbarazzato e commosso, il lamentoso consumatore non ritiri il reclamo.

Ecco la vita di Benjamin, capro espiatorio da Oscar: una famiglia da tenere a bada a suon di favole e racconti,  la compagnia del cane epilettico Julius e una squadra affiatata di amici, coinquilini della multietnica Belleville, pronta a soccorrerlo nelle sue disavventure. Tra una strigliata e l’altra, riuscirà Benjamin a svelare l’identità dei temibili orchi che piazzano le bombe al Grande Magazzino? Ce la farà la Famiglia Malaussène ad evitare che il capofamiglia finisca in prigione al posto dei colpevoli?  La partecipazione di tutti e la collaborazione con una leonina giornalista forse potranno impedirlo…

Piacerà a voi se: vi attrae la Francia multiculturale dei negozietti arabi e dell’integrazione arricchente e riuscita. E poi, se non ne avete avuta una, capirete cosa si prova a sedersi a tavola con una rumorosa e affollata famiglia.
Piace a me perché: è una favola noir dove si ha modo di ridere e di emozionarsi, godendo della penna raffinata e delle surreali atmosfere di Pennac.

Capitolo I, riga 1
“La voce femminile si diffonde dall’altoparlante, leggera e piena di promesse come un velo da sposa. – Il Signor Malaussène è desiderato all’Ufficio Reclami. Una voce velata, come se le foto di Hamilton si mettessero a parlare. Eppure, colgo un leggero sorriso dietro la nebbia di Miss Hamilton. Niente affatto tenero, il sorriso. Bene, vado. Arriverò probabilmente la settimana prossima. È il 24 dicembre, sono le 16 e 15, il Grande Magazzino è strapieno. Una fitta folla di clienti gravati dai regali ostruisce i passaggi. Un ghiacciaio che cola impercettibilmente, in un cupo nervosismo. Sorrisi contratti, sudore lucente, ingiurie sorde, sguardi pieni d’odio, urla terrorizzate di bambini acciuffati da Babbi Natale idrofili. Non aver paura, tesoro, è Babbo Natale!”

(Prima edizione francese Gallimard, 1985; edito in Italia da Feltrinelli in diverse ristampe. Copertina dell’edizione Universale Economica Feltrinelli)